S’innesta così l’apprendimento per scoperta, nel quale il bambino, sollecitato da stimoli ambientali, attiva la curiosità e, motivato interiormente, presta maggior interesse e attenzione.
Così come sostenuto da Jerome Bruner, non c’è un “tempo giusto” per apprendere, strettamente legato allo sviluppo cognitivo e ai processi di maturazione, ma tutto si può insegnare ad ogni età, purchè qualsiasi conoscenza venga adeguata al modo di conoscere di colui che apprende.
Il nostro metodo di insegnamento si fonda sull’esperienza diretta dei bambini, e non sulla presentazione astratta, che riuscirebbe per alcuni versi incomprensibile. Fin dai tre anni i bambini incominceranno a sperimentare e vivere situazioni che li porteranno al raggiungimento dei prerequisiti per la scuola primaria.
Il bambino si apre alla conoscenza solo mediante l’esperienza poiche’ solo attraverso di essa possono svilupparsi le facolta’ e le abilita’ attraverso cui in seguito si potranno elaborare i contenuti.
Oggi è pratica diffusa orientare l’infanzia ad un apprendimento standardizzato, spesso intensivo, finalizzato ad introiettare contenuti, ad appropriarsi di tecniche, ad utilizzare tecnologie attraverso attività precostituite che rendono il bambino passivo ed inattivano processi sostanziali in questo periodo evolutivo.
In realtà il bambino si apre al mondo ed alla conoscenza svolgendo l’attività che è propria del ricercatore: osserva, si meraviglia, sperimenta processi, fallisce, ritenta, trasforma, ricrea e tutto ciò per dedurre, correlare, intuire le leggi che governano il mondo.
La dedizione che avrà sperimentato nell’infanzia potrà trasformarsi in concentrazione, nella capacità di coltivare interessi ed in capacità di saper reggere uno sforzo o superare una frustrazione per raggiungere un obiettivo.